Il Tirreno

Il processo

Vende un gatto bengalese sul web e sparisce dopo aver preso i soldi

Stefano Taglione
Un gatto bengalese
Un gatto bengalese

Donoratico: un quarantatreenne imputato per sette truffe, oltre agli animali anche dei viaggi. Lui si difende: «Mi hanno rubato l’identità»

02 febbraio 2023
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DONORATICO. È accusato di aver truffato diverse persone su Subito.it, vendendo loro un gatto bengalese e vacanze estive a Milano Marittima, Senigallia e Spotorno, mai consegnati dopo aver incassato i soldi. Il 43enne Riccardo Castiglioni – nato a Pescia e originario di Borgo a Buggiano, in Valdinievole, nell’ultimo periodo trasferitosi a Donoratico – è imputato per almeno sette truffe davanti alla giudice del tribunale di Livorno Rosa Raffaelli.

Le accuse

L’uomo, secondo quanto ricostruito dalla procura, avrebbe aperto un conto corrente online a suo nome alla FinecoBank e dal marzo al giugno del 2020, in piena quarantena Covid, truffato diverse persone in tutta Italia, una delle quali anche in provincia di Livorno. Alcuni degli annunci sarebbero stati pubblicati sul sito specializzato Subito.it e Castiglioni sarebbe stato pagato via bonifico e nella chat del portale, dopo aver preso accordi per il pagamento e la consegna del gatto o dei viaggi, sarebbe sparito. Con il conto poi chiuso con appena dieci euro sopra nel giugno 2020.

La testimonianza

Ieri in tribunale hanno parlato in qualità di testimoni alcuni fra poliziotti e carabinieri che hanno indagato o ricevuto le denunce delle vittime. Fra loro un maresciallo lombardo: «La persona che è venuta da noi per la denuncia – ha spiegato il militare – aveva visto un’inserzione su Subito.it di un gatto bengalese, concordando poi un bonifico di 793 euro. Nonostante le promesse in chat, però, l’animale non è mai arrivato e ha capito che era una truffa. Abbiamo verificato che l’Iban dove è stato inviato il bonifico era intestato a Castiglioni, mentre la sim telefonica dell’annuncio a un’altra persona, che comunque lui conosceva. Il conto, invece, è stato aperto presentando la carta identità del quarantatreenne, mai risultata denunciata come smarrita. Insieme al caso del gatto bengalese, la procura, ha riunito altre indagini che riguardano Castiglioni: un’altra riguarderebbe un altro gatto, di razza bengalese, le altre le vendite di vacanze a Senigallia (nella Marche), a Milano Marittima (in Romagna) e a Spotorno, nella provincia ligure di Savona.

La difesa

Castiglioni – difeso dagli avvocati Mario e Ombretta Bartoli e che ieri, scortato dalla polizia penitenziaria perché detenuto per un’altra causa, ha assistito all’udienza – si è sempre difeso spiegando di non essere stato lui a pubblicare quegli annunci, né lui ad aver incassato i soldi. Si ritiene, infatti, vittima di un furto di identità: in particolare, rispondendo a un’offerta di lavoro su Internet, avrebbe inviato la carta di identità all’ipotetico (e falso) datore che voleva assumerlo, il quale però sarebbe sparito. Quindi, a suo avviso, sarebbe stato quest’ultimo a nascondersi dietro al conto corrente e ad avere, di conseguenza, incassato i soldi dei viaggi e dei gatti mai consegnati. La carta di credito collegata al conto intestato a suo nome, fra l’altro, risulterebbe stata spedita da FinecoBank a Porto Recanati, nelle Marche, area dalla quale risulterebbero vari prelievi mentre Castiglioni si sarebbe trovato in lockdown a Donoratico. 
 

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